Biografia

Giuliano Ziveri nasce a Parma il 19 agosto 1955. Compie studi d’arte, motivato e stimolato già in giovane età dalla conoscenza diretta della persona e del lavoro di Goliardo Padova. Crescendo si avvicina a un’altra figura di spessore dell’ambiente dell’arte parmigiana dell’epoca, Giacomo Mossini, dal cui insegnamento apprenderà e consoliderà tanto la padronanza delle tecniche pittoriche che la familiarità con i materiali e i processi fondamentali di quella professione del restauro che lo accompagnerà per tutti gli anni Ottanta. Proprio grazie all’attività di restauratore, verso la metà degli anni Ottanta farà la conoscenza di Carlo Mattioli , già all’epoca riconosciuto come uno dei grandi maestri dell’arte italiana del ‘900. Stringendo con Mattioli un rapporto che durerà fino alla morte del maestro nel 1994, costruirà con lui una collaborazione di carattere e scambio tecnico che si svilupperà poi in una continuità di ricerca maestro-allievo: posizione primigenia di contestualizzazione del lavoro di Ziveri nell’Arte contemporanea, un’origine ideale dalla quale nel corso di pochi anni scaturiranno i cicli di opere delle “Cortecce”, dei “Relitti” e infine dei “Ritratti possibili”, ispirati in misure diverse al concetto di matericità propria di Mattioli. Nel contempo farà esperienze di insegnamento nei primi anni Ottanta negli Istituti d’Arte di Parma e Piacenza e nella seconda metà degli anni Novanta alla scuola privata Laura Sanvitale di Parma, interessandosi e intraprendendo parallelamente collaborazioni nell’ambito dell’Arte-terapia. Al termine di questo periodo risalgono le prime elaborazioni del ciclo dei “Paesaggi dell’Io”, opere che lo accompagneranno nelle prime frequentazioni ed esposizioni personali a Parigi e che riconosceranno una propria naturale evoluzione nel ciclo “Tra ombra e luce”, a fronte di una nuova esplorazione delle tecniche digitali. Dall’esposizione del nuovo ciclo “Tra ombra e luce” del 2001, Ziveri ha ampliato la propria ricerca figurativa e tecnica coltivandosi nell’attenzione alla contemporaneità, agli elementi digitali, alle istanze di indagine umana e scientifica più problematiche e attuali a noi più vicine, vedendo nuovamente riconosciuto il proprio lavoro fuori dall’Italia, in Germania e Grecia.